Famiglia Imperiale giapponese: una vita imprigionati nella formalità

Famiglia Imperiale e Giappone: parole che suscitano nell’immaginario collettivo sfarzo, potere e ricchezza. Ma sarà veramente così?

Iniziamo con qualche piccolo cenno storico sulla famiglia imperiale

L’istituzione imperiale giapponese è la più antica monarchia ereditaria esistente al mondo. Il primo sovrano legittimamente riconosciuto è l’Imperatore Jimmu, la cui ascesa al potere è datata 11 febbraio 660 a.C. L’attuale Imperatore, Akihito, figlio dell’Imperatore Hirohito, è il 125esimo sovrano riconosciuto del paese, salito al trono il 12 novembre del 1990. I giapponesi si riferiscono all’Imperatore con la parola 天皇 tennō, letteralmente “sovrano celeste”.

Akihito - Michiko

L’Imperatore Akihito e l’Imperatrice Michiko

Piccola curiosità: in Giappone si contano gli anni così come nel resto del mondo, pertanto anche per loro adesso siamo nel 2019. E’ in uso però anche un altro sistema che fonda il conteggio degli anni in base al regno dell’imperatore. Ogni “periodo” ha un proprio nome e questo viene scelto dal nuovo sovrano alla morte del precedente. Adesso siamo nel 31esimo anno del periodo Heisei (平成 letteralmente pace ovunque), cioè il 31esimo anno di regno dell’attuale Imperatore Akihito. Il padre, l’Imperatore Hirohito ha regnato nel periodo Showa (昭和), il periodo più lungo nella storia dell’Istituzione Imperiale che va dal 1926 al 1989, mentre il nonno nel periodo Taisho (大正) che va dal 1912 al 1926. Dal primo maggio 2019 finirà l’era Heisei e con la salita la trono dell’Imperatore Naruhito inizierà l’era Reiwa 令和.

Facciamo un salto indietro di 70 anni, alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Con la sconfitta nella guerra e la conseguente resa dell’allora Impero giapponese, il paese dovette accettare dei mutamenti sociali molto pesanti. Uno dei profondi cambiamenti attuati durante l’occupazione del Paese, operata dalle truppe americane comandate dal Generale Douglas MacArthur, fu la Dichiarazione della natura umana dell’imperatore, Tennō no ningen sengen (天皇の人間宣言). Con questa dichiarazione fatta alla radio dall’Imperatore Hirohito nel gennaio 1946, viene abbandonata l’idea comune secondo la quale gli Imperatori giapponesi fossero delle divinità, discendenti diretti ed incarnazioni della Dea Amaterasu, la Dea del Sole. La dichiarazione, trasmessa per radio, non venne però completamente compresa dal popolo giapponese a causa del registro linguistico molto formale usato dal Sovrano, pertanto all’epoca non fu del tutto chiara la portata epocale di questo cambiamento. In sostanza da quel momento la superiorità dei giapponesi nei confronti delle altre nazioni basata sulla discendenza divina, cessa di esistere. L’Imperatore che fino a quel momento era espressione diretta di una divinità, Capo di Stato e Capo delle Forze Armate diventa un semplice simbolo completamente privato di tutti i poteri, con l’obbligo sancito nella Costituzione, entrata in vigore il 3 maggio 1947,  di non poter interferire in nessun modo nella vita politica, sociale ed economica del Paese. Anche se non è riconosciuto espressamente dalla Costituzione l’Imperatore svolge in molte occasioni (cerimonie, eventi pubblici) la funzione di Capo di Stato, ovviamente non ha i poteri propri attribuiti ai capi di Stato delle repubbliche e delle monarchie costituzionali, come ad esempio il diritto di veto.

Questo cambiamento portò alla necessità di istituire un organo che vigilasse sulla figura imperiale: la soluzione per controllare l’eventuale ingerenza nella vita del Paese fu l’istituzione del Kunaichou (宮内庁), l’Agenzia per la Famiglia Imperiale e come tante soluzioni alla giapponese è estremamente radicale. Al comando di questa agenzia che sovraintende ad ogni aspetto privato e pubblico di ogni membro della famiglia imperiale, c’è generalmente un ex militare o un ex poliziotto di altissimo rango che dopo la carriera nelle forze armate si dedica a questo ruolo. Lavorare nel Kunaichou è dal punto di vista sociale un grande privilegio: molti membri che detengono le cariche più alte all’interno dell’agenzia lavorano senza percepire alcun compenso.

Ma come vive la Famiglia Imperiale?

L’Imperatore e tutti i membri della Famiglia Imperiale non hanno un proprio stato di famiglia, non hanno documenti e non hanno diritto di voto. Non hanno conti correnti intestati, non hanno carte di credito e non hanno alcun possedimento. Per dirla tutta non hanno neanche un cognome! Non hanno neanche passaporto e quando viaggiano fuori del Giappone esibiscono ai controlli di frontiera una pergamena che ne accerta l’identità.

Il potente Kunaichou (宮内庁) che conta circa 1200 dipendenti, gestisce la vita di tutti i membri della famiglia ed amministra un budget annuo di circa 200 milioni di euro necessari a coprire le spese di gestione di tutto l’apparato, la manutenzione delle proprietà e non da ultimo le spese dei singoli membri, il cui budget annuale è stimato intorno ai 2,5 milioni di euro.

La famiglia imperiale non può uscire liberamente dal palazzo di residenza, ogni uscita deve essere infatti valutata ed approvata dal Kunaicho ed alcuni fonti sostengono che il Kunaicho respinga la maggior parte delle richieste dell’Imperatore e dei membri della famiglia.

La Principessa Masako

princepessa masako

Principessa Masako

Ormai famoso in tutto il mondo è il caso della Principessa Masako, la principessa triste d’Asia. Masako è la moglie di Naruhito, figlio primogenito dell’attuale Imperatore e primo in linea di successione al trono. Masako Owada, così si chiamava prima di entrare nella Famiglia Imperiale, adesso solo Masako, è figlia di un diplomatico giapponese, ha vissuto prima a Mosca e poi negli Stati Uniti dove la famiglia si trasferì in seguito alla nomina del padre a Professore dell’Università di Harward e a quella di Vice Ambasciatore giapponese negli Stati Uniti. Ha studiato ad Harvard ed anche lei come il padre ha avuto una carriera nel del Ministero degli Affari Esteri giapponese. Dopo 7 anni di pressioni da parte del Principe Naruhito al matrimonio (il Kunaichou l’aveva inserita infatti nella lista delle possibili pretendenti) cedette e la coppia si sposò. Abituata ad una vita in continuo movimento si è di fatto ritrovata reclusa all’interno di un palazzo a dover chiedere il permesso per ogni cosa volesse fare, compreso uscire con le amiche. Ulteriore pressione da dover sopportare è stata quella di generare un erede maschio. La legge che regola la successione al trono, entrata in vigore nel 1945, prevede infatti la successione alla carica di Imperatore solo per gli eredi maschi. La coppia dopo anni di tentativi ha avuto una bambina, la Principessa Aiko. Vista la mancanza di eredi maschi fu avviato un progetto di revisione della legge, successivamente abbandonato vista la nascita del piccolo Hisahito, figlio di Fumihito, secondogenito dell’Imperatore Akihito e dell’Imperatrice Michiko. La Principessa Masako da oltre 10 anni soffre di depressione e le sue apparizioni pubbliche sono veramente rare. La dichiarazione ufficiale rilasciata dal Kunaichou non parla ovviamente di depressione, ma di “stress da adattamento”!

famiglia imperiale 2 gennaio

La famiglia Imperiale saluta la nazione. Ogni anno il 2 gennaio

Attualmente la Famiglia Imperiale è composta da: L’Imperatore Akihito e l’Imperatrice Michiko, il figlio primogenito Naruhito, sua moglie la Principessa Masako e la loro figlia Aiko. Ci sono poi il secondogenito, il Principe Fumihito e la moglie, la Principessa Kiko ed i loro figli: la Principessa Mako, la Principessa Kako e il Principe Hisaito.

L’Imperatore Akihito e l’Imperatrice Michiko hanno avuto anche una figlia, Sayako che sposando un non nobile è dovuta uscita dalla famiglia imperiale, rinunciando a tutti i titoli. Ora si chiama Sayako Kuroda, il marito è un urban designer discendente di una importante famiglia giapponese, ma se abbia fatto bene o male ad uscire dalla Famiglia Imperiale non ve lo dirò, il giudizio lo lascio a voi!

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Il Giappone: 150 anni fa un paese di risaie e feudatari dispotici, in mezzo secolo è divenuto una potenza imperialista. Adesso controlla un sesto del potere economico mondiale. Uscito dalla Seconda guerra mondiale annichilito dall’atomica, è riuscito a trasformarsi in superpotenza industriale e finanziaria. Risultati eccezionali che solo in parte si devono alla fortuna. Perché il successo del paese nel XX secolo deriva certo da una serie di circostanze favorevoli, ma anche dalla capacità dei giapponesi di volgere quelle circostanze a proprio favore e, in definitiva, da millenari valori e pratiche di vita profondamente radicati nella storia. Kenneth G. Henshall, C. Terraneo – Mondadori Editore – 9,35 euro

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