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I migliori model kit per scoprire il mondo dei Gunpla

…O da prendere in seria considerazione se siete già nel tunnel del modellismo legato alla saga di Gundam. Cosa sono i Gunpla, perché riscuotono un tale successo e quali modelli, secondo me, non possono mancare su una mensola di casa vostra.

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1. Il classico dei classici

La parola Gunpla (qui in Giappone è pronunciato “ganpura”) nasce dalla contrazione di “Gundam Plastic (model)”, modellini in plastica da assemblare, tramite un sistema a incastri e senza colla, provenienti dal multiverso delle saghe di Gundam. Sono una passione estremamente diffusa anche in Italia, e qui a Tokyo si trovano letteralmente ovunque, con interi piani dedicati nei negozi di giocattoli e un’infinità di store appositi. Le varie linee di gunpla di Bandai sono contrassegnate da alcune sigle: la linea Master Grade (MG) è composta da modelli in genere in scala 1/100.

Uno dei MG più gettonati è questo, la versione 3.0 dell’RX-78-2 di Amuro Ray (in Italia un tempo noto come Peter Rei). L’assemblaggio è semplice e ne viene fuori un Gundam alto circa 18 cm e armato di tutto punto, con dei dettagli davvero ottimi, come le dita articolate. Fa una discreta figura anche senza bisogno di dipingerlo. Per chi volesse osare di più, c’è quello nuovo della linea Perfect Grade, dedicata a modelli più grandi, curati e costosi: un RX-78-2 in scala 1/60 che fa davvero paura!

2. La Cometa Rossa

Essendo partiti dal Gundam classico di Amuro, non possiamo che passare al modello di punta dell’esercito nemico, lo Zaku (MS-06 Zaku II, se vogliamo esser precisi) custom affidato alle sapienti doti di pilota di Char Aznable, la Cometa Rossa di Zeon. Questa volta parliamo di un modello della linea Real Grade (RG), che è in scala più piccola, 1/144, ma comunque estremamente dettagliato, curato fin nei minimi particolari e comunque facile da montare. Basta armarsi di un po’ di pazienza, di taglierino e un po’ di carta vetrata fine, e non avere fretta. Il che poi è il bello della passione per i Gunpla: l’esperienza in sé, non solo il risultato da esporre.

Se invece cercate uno Zaku nel classico colore verde, ovviamente c’è anche quello. C’è un po’ tutto, nel mondo dei gunpla…

3. Libertà di plastica

Un altro modello di Gundam tra i miei preferiti è senza dubbio il Freedom, che viene dalla serie Mobile Suit Gundam SEED. Il mobile suit pilotato da Kira Yamato, con le sue linee eleganti e quelle ali scure, dà vita a un modello altamente spettacolare della linea MG, il MG Freedom Gundam Versione 2 (scala 1/100). Grazie allo stand incluso, una volta completato è possibile esporlo infatti in una serie di pose svolazzanti, con le ali spiegate. Con il beam rifle spianato o le beam saber, le spade laser dei Gundam, pronte ad affettare qualche nemico.

4. L’aggressività del Barbatos

Per qualcosa di esteticamente molto diverso, c’è una delle reinterpretazioni più estreme del look classico di un Gundam, il Gundam Barbatos della bellissima serie Gundam Iron-Blooded Orphans. Un Gundam dal vitino stretto e armato di clava o spadone giganti, tosto e determinato come i protagonisti di un anime in cui non mancano i momenti feroci. Da Iron-Blooded Orphans sono stati già tratti diversi modellini, anche in una serie apposita (non RG, MG o PG) chiamata semplicemente 1/100. Questo nuovo Master Grade del Barbatos è nella stessa scala, ma molto più ricco di dettagli e feature interessanti.

5. Unicorni da battaglia

Andiamo avanti con il Gundam che ha soppiantato quello originale sull’isola di Odaiba, inevitabile meta di pellegrinaggio per ogni turista in visita a Tokyo. Il Gundam gigante che fa bella mostra di sé lì da qualche anno è infatti un Gundam Unicorn, mech protagonista dell’omonima serie di OAV pubblicata tra il 2010 e il 2014. Questa versione Real Grade (1/144) dell’Unicorn permette di trasformarlo a piacimento dalla modalità Unicorn a quella Destroy, è dotata di tutte le armi del caso ed è snodatissima, grazie alla presenza di un endoscheletro articolato. E, come per molti altri modelli recenti, le plastiche già colorate hanno un’ottima resa, per chi non volesse metter mano ai pennelli. Un must per tutti i fan della saga.

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