14 Febbraio San Valentino: la festa degli innamorati. Una festa commerciale, in parte spinta dalle aziende dolciarie del settore che proprio in questi giorni aumentano esponenzialmente il proprio fatturato. Pensatela come volete ma comunque San Valentino rimane un giorno in cui l’amore ed il romanticismo sono assolutamente protagonisti, un giorno in cui l’amore in fondo viene realmente celebrato da milioni di coppie sparse in tutto il mondo.

Ma secondo voi anche in Giappone celebreranno San Valentino allo stesso modo? La risposta ovviamente è no.

Come è arrivata la festa di San Valentino in Giappone? Tutto cominciò nel 1936 in una ditta dolciaria di Kobe, la Morozoff, fondata da un immigrato russo che cercò di introdurre nel paese  del Sol Levante questa tradizione allo lo scopo di poter vendere qualche cioccolatino in più. Il forte anti-occidentalismo di quegli anni però fece sì che l’iniziativa si risolvesse in un clamoroso fallimento. La Morozoff ci riprovò ancora nel 1952, riscuotendo ancora una volta i medesimi scarsi risultati. La situazione cambiò nel 1958, quando una ditta di cioccolato con base a Tokyo, la Mary’s Chocolate Company , riuscì con successo ad introdurre questa ricorrenza che da allora ha avuto un successo sempre maggiore, in particolar modo tra i giovani.

La peculiarità tutta giapponese, sta nel fatto che mentre nella nostra cultura è principalmente l’uomo a fare il regalo alla donna o entrambi nel caso di una coppia,  in Giappone a San Valentino sono le donne a fare regali.

Cosa regalano le donne giapponesi e soprattutto a chi fanno i regali?

Il discorso è molto semplice: in Giappone si regala cioccolata e i destinatari dei regali non sono soltanto i ragazzi amati (fidanzati, mariti, ragazzi con i quali escono o per i quali provano qualcosa), ma praticamente tutti gli amici e conoscenti di sesso maschile che fanno parte della vita della donna, compresi quindi i colleghi di lavoro, superiori, amici, fratelli, padre, nonno ecc.

Vi chiederete quindi come un uomo possa capire se quella ragazza è interessata a lui se il regalo alla fine potrebbe essere uguale a quello del padre. I giapponesi, essendo molto pragmatici, hanno risolto il problema “inventando” 2 tipi di cioccolata da poter regalare a San Valentino ovvero la 義理チョコ , Giri Choko (si legge ghiri) e la 本命 チョコ,  Honmei Choko.

Giri letteralmente significa obbligo, dovere, mentre choko è la parola in “inglese” usata dai giapponesi per cioccolata. La Giri Choko è quella cioccolata regalata per dovere, soprattutto ai colleghi di lavoro ai superiori, ai semplici amici. Una ragazza giapponese a San Valentino regala mediamente circa 25 Giri Choko, che fortunamente per la ragazza costano meno (circa 500 Yen, 4 euro) rispetto alla honmei choko, in quanto le confezioni sono solitamente più piccole e meno rifinite.

Parliamo adesso della Honmei Choko: Honmei significa letteralmente vero sentimento.  Avrete quindi capito che la Honmei Choko si regala al ragazzo  al quale si vuole confessare il proprio amore, al fidanzato, al marito o ad amici speciali ed importanti di cui non si è comunque necessariamente innamorati.

La Honmei Choko è venduta in forme particolari, soprattutto a forma di cuore, può essere decorata con il nome della persona amata ed è quindi più costosa rispetto alla Giri  e la si può trovare da circa 2000 yen in su (circa 15 €). Per rendere ancora più speciale il dono, le ragazze giapponesi molto spesso hanno l’usanza di fare in casa i propri cioccolatini, sciogliendo la cioccolata e creando quindi con le proprie mani un regalo il più personale possibile.

Abbiamo detto finora che sono principalmente le donne a fare i regali a San Valentino, ma potevano gli uomini scappare dall’obbligo di un regalo alle proprie ragazze/mogli o amiche? La risposta è ovviamente no!

Il consumismo giapponese ha infatti introdotto un’altra festa cioè il White Day, il giorno bianco. Il White Day si “celebra” il 14 Marzo, un mese esatto dopo San Valentino, ed in questa occasione tutti i ragazzi che un mese prima hanno ricevuto cioccolata dalle ragazze sono obbligati a ricambiare il regalo. Il White Day trae il suo nome dall’usanza di confezionare i regali, solitamente cioccolata, caramelle ecc con carta di colore bianco. Negli ultimi anni però i regali ricevuti dalle ragazze giapponesi sono passati dalle semplici caramelle e cioccolata a costosissimi  gioielli o ad altri oggetti di valore da abbinare comunque alla solita cioccolata.

 

 

 

Tommaso In Giappone
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