Lo hanno definito un «uomo rinascimentale» catapultato fuori dal suo tempo, e forse un po’ è così. Se non fosse per quella sua passione per l’elettronica, che ha caratterizzato alcuni dei suoi lavori, Ryuichi Sakamoto potrebbe sembrare un artista del XVI secolo, attratto com’è dalle più varie forme di espressione. Musicista, compositore, attore, produttore e ora anche attivista ambientale, i mille volti di Sakamoto si riflettono esattamente all’incrocio tra Occidente e Oriente. Non è un caso che uno dei suoi grandi progetti sia la realizzazione di una enciclopedia (sonora) della musica mondiale, dalla classica al contemporaneo, passando per il rock.

Quando parla di cinema, evoca Pasolini e Bertolucci, mentre le sue collaborazioni nel mondo della musica non si contano: ha lavorato con artisti come David Bowie, Iggy Pop, Cateano Veloso, David Sylvian. E siccome l’artista giapponese non è uno di quei tipi che ami troppo fare passerella sotto i riflettori dei media, l’occasione per ascoltarlo dal vivo – come avverrà domani al Teatro degli Arcimboldi (ore 21, ingresso 46-23 euro, info: 02-641142200) – è di quelle, come si suol dire, da non perdere. Sakamoto sta attraversando il continente europeo per l’ultimo dei suoi tour, «samurai» armato di un semplice pianoforte. Anzi, due. Sì, perché in alcuni frangenti dello spettacolo saranno previsti duetti tra Sakamoto e se stesso, in un dialogo tra la sua tastiera in diretta e un campionamento registrato. «Lo faccio per rendere al meglio la complessità e le sfumature di alcuni brani – ha spiegato Sakamoto -. È ovvio che la cosa migliore sarebbe stata quella di avere un altro me, ma purtroppo la tecnologia ancora non lo permette. Arruolare un altro musicista mi sembrava eccessivo, e poi io non sono un virtuoso dello strumento, mi sarei sentito in imbarazzo».

Il terreno fertile di questo suo concerto è duplice, ed è spiegato dall’uscita a ottobre del suo ultimo album, un doppio cd contenente due opere, «Palying The Piano» e «Out Of Noise», e dal viaggio attraverso la musica ambient, un (impegnativo) percorso dove suoni elettronici e armonie si intrecciano in modo ardito. Si tratta di un album pubblicato tempo fa in Giappone, ma inedito in Italia. Il primo è una classicissima, pianistica rivisitazione di alcuni brani storici del repertorio di Sakamoto, interamente tratti dalle colonne sonore dei film ai quali ha lavorato. «Io – si schermisce l’artista giapponese – in realtà non sono un compositore di colonne sonore. Le musiche che compongo possono infatti vivere benissimo svincolate dalle immagini. Sono riuscito a legare la mia musica al cinema in particolari condizioni». Ad esempio, lavorando con un regista, guarda caso italianissimo, come Bernardo Bertolucci: «Per me Bertolucci è come un padre e un fratello. Insieme con lui, amo molto Pasolini», ha detto Sakamoto che, con il regista de L’Ultimo Imperatore ha vinto pure un Oscar, proprio per questo kolossal storico.

Tra i brani proposti dal vivo, non mancano i celeberrimi «Merry Christmas Mr. Lawrence» (dal film Furyo) e «The Sheltering Sky» (da Il Tè nel deserto). Partito il 20 ottobre da Reggio Emilia, il tour italiano di Ryuichi Sakamoto passa per ben dieci città diverse. Purtroppo per gli appassionati della musica di Sakamoto, l’Italia è l’unico Paese (questioni di contratti commerciali) che non potrà avvantaggiarsi dell’opzione download: nelle ventiquattro ore successive al concerto, infatti, iTunes permette di scaricare il live.


Il Giornale

Tommaso In Giappone
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