Alla fine, oltre al suo istituto – il Collegio femminile di Gifu – ha chiesto scusa l’ intero Giappone. Perché la vicenda della scritta-ricordo lasciata a pennarello sul marmo della cupola del Duomo da una delle studentesse del collegio giapponese in gita a Firenze, per quattro minuti è stata diffusa da una delle più importanti emittenti televisive del Sol Levante, scatenando una catena di sensi di colpa collettivi. Con relative scuse all’ indirizzo dell’ Opera del Duomo e delle autorità fiorentine. L’ episodio risale al febbraio scorso: la ragazza ha lasciato gli ideogrammi con la sua firma e il nome di altre compagne sul marmo, emulando per altro un malcostume assai diffuso sui monumenti fiorentini. Solo che la sua firma è stata immortalata in alcune foto da due turisti giapponesi, indignati dal gesto della compatriota a tal punto da invitare la prova del misfatto direttamente alla direzione del Collegio di Gifu. Scatenando appunto lamentele per la mancanza di rispetto nei confronti del capolavoro di Brunelleschi e una condanna mediatica generale. «Una sequela di lettere di scusa mai vista, non solo da parte dell’ istituto – racconta Paolo Bianchini, capo dell’ ufficio tecnico dell’ Opera del Duomo – e dire che quanto a scritte che deturpano i nostri monumenti ne abbiamo ormai dall’ epoca dei Lanzichenecchi. Un affare di Stato quasi, incredibile. Comunque i nostri addetti avevano già provveduto a ripulire i segni a pennarello, come accade da sempre, è un lavoro di routine». E la ragazza pare se la sia cavata con un bella lavata di testa da parte dei responsabili del suo collegio, anche se l’ istituto era pronto a pagare eventuali danni. «Un bell’ esempio del grado di civiltà del Giappone – commenta Bianchini – Magari avesse un seguito anche da noi».


Repubblica.it

Tommaso In Giappone
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