Dii giorno vivono di espedienti e di notte si rifugiano negli esercizi commerciali a orario no-stop come gl Internet point o i fast food. Sono i senzatetto del nuovo millennio, i “cyber-homeless”. In Giappone, secondo una ricerca commissionata dal governo nipponico su un campione di circa 2.000 persone e 87 locali aperti 365 giorni all’anno, sono oltre cinquemila e il fenomeno è in forte crescita.

A utilizzare i net-cafè come ultimo rifugio, prima della strada, in Giappone sono una vasta categoria di persone in difficoltà. Stando ai dati emersi dallo studio nipponico, a Tokyo i cyber-homeless sono sia soggetti che hanno perso il lavoro e la casa, sia impiegati temporanei che non possono permettersi di affittare un alloggio. La maggior parte di loro è sotto i trent’anni, ma il fenomeno si è ormai diffuso anche tra gli over 50. Secondo la ricerca, il 27% dei senzatetto che trascorrono la notte nei negozi sempre aperti sono giovani tra i 20 e i 30 anni, mentre il 23% è ultracinquantenne.

Nella fascia dei cosiddetti “working poor”, cioè le persone che sopravvivono nel difficile mercato del lavoro temporaneo, la rendita media mensile si aggira intorno a 80.000 yen (500 euro) a Tokyo e 110.000 yen a Osaka. Con il mercato immobiliare alle stelle, nessuno di loro può permettersi un appartamento e così, in attesa di un futuro migliore, sono costretti a riposare dove riescono, affollando Internet cafè e centri commerciali no-stop. Per la modica cifra di 100 yen all’ora, circa 60 centesimi di euro, si può noleggiare una microscopica postazione dove dormire la notte, con le gambe stese sotto il tavolo del computer e una borsa come cuscino. Il tutto, ovviamente, in giacca e cravatta.

Tommaso In Giappone
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